Il paradosso di norme che tutelano chi uccide un orso ed incatena chi si oppone alla violenza. Laura Zorzini, attivista di Ribellione Animale, rischia delle misure invasive di limitazione della libertà personale per aver manifestato tutto il suo dissenso verso una società antropocentrica che rende invivibile il pianeta a gran parte dei suoi abitanti.

La questura di Trieste ha infatti richiesto la sorveglianza speciale, una misura di pubblica sicurezza prevista per i sospettati di mafia al fine di evitare contatti con la criminalità organizzata ed applicata dalla Polizia per punire una portavoce della liberazione animale che si è permessa di interrompere la messa pasquale in presenza della maggiori autorità cittadine per raccontare quali sono le ingiustizie che attanagliano gli animali: “lesa maestà”.

Fortunatamente anche il Pubblico Ministero, sentite le dichiarazioni di Laura, ha ritenuto che il provvedimento richiesto dalla Questura sia spropositato e ne ha chiesto il rigetto al giudice; nei prossimi giorni sapremo la decisione.

Božič je čas, da se ustavimo in razmislimo o vseh konfliktih, ki zakonsko dovoljujejo nasilje na našem planetu.

Najdaljša vojna, krvavo in prodorno od vsega je tisto med ljudmi in neljudmi. Un conflitto così normalizzato che difficilmente viene in mente l’importanza di schierarsi da una parte o dall’altra. Eppure queste sono le uniche battaglie nelle quali la nostra opinione conta veramente.

Gli attivisti di MujaVeg da anni combattono per cercare di sensibilizzare i propri concittadini sull’opportunità di fare qualcosa per gli animali. Anche quest’anno la cittadina rivierasca è stata riempita di manifesti che esaltano il paradosso di circondarsi di animali “d’affezione” e di mettere nel piatto animali che per convenzione sociale non appartengono a questa categoria.

L’affissione non è costata nulla alle tasche dei cittadini, l’intera spesa è a carico dell’associazione che si è finanziata con i contributi dei volontari e dei proventi del 5×1000.

Buone feste da MujaVeg!

Nessun pesce sarà imprigionato per il nuovo Parco del Mare di Trieste!!!
Una splendida notizia arriva dal palazzo della Camera di Commercio di Trieste. Il Preside dell’ente camerale, Antonio Paoletti, sembra proprio aver ascoltato le proposte nostre e di un’altra decina di associazioni che dal 2018 lottano per la libertà dei pesci che secondo una prima proposta progettuale avrebbero dovuto esser rinchiusi nel futuro parco del mare. L’annuncio sul quotidiano locale parla di un museo digitale che non prevederà la reclusione dei pesci, proprio come avevamo chiesto con una raccolta firme che ci ha visti in prima linea.
Ringraziamo le centinaia di persone che sono state al nostro fianco ed hanno firmato la petizione, ed anche la Camera di Commercio che ha accettato le nostre proposte a tutela del benessere degli animali